
Continua, a distanza di una settimana dal suo inizio, la polemica tra Elio Germano e il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. E al momento nessuno dei due sembra essere minimamente interessato ad abbozzarla. Ma che cosa è successo? Andiamo con ordine per ricostruire la vicenda.
La polemica di Elio Germano prima dei David di Donatello 2025
Sono da poco andati in scena i David di Donatello 2025 che hanno visto trionfare proprio Elio Germano come miglior attore protagonista per “Berlinguer – La grande ambizione”. Poco prima che la manifestazione andasse in scena, però, l’attore si era levato qualche sassolino dalla scarpa, attaccando nemmeno troppo velatamente Alessandro Giuli, invitandolo a preoccuparsi maggiormente della situazione decisamente delicata in cui si trova oggi l’industria cinematografica italiana, invece di pensare solo a “piazzare i loro uomini nei posti chiave come fanno i clan”. Dal palco dei David di Donatello 2025, poi, dove era salito per ritirare il premio, Elio Germano aveva rincarato la dose: “Il cinema italiano è in crisi e noi crediamo per grossa responsabilità del Ministero della Cultura. Sentirci dire che le cose vanno bene, in questo modo tra l’altro bizzarro, è dal mio punto di vista fastidioso”.
La risposta del Ministro della Cultura, Giuli, a Elio Germano
La risposta del Ministro della Cultura non è tardata ad arrivare. All’indomani dei David di Donatello 2025, da Firenze dove era ospite per un evento, Alessandro Giuli ha dichiarato: “C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni culturali per cianciare in solitudine”. La frecciatina era a Elio Germano ma anche a Geppi Cucciari, che pure non si era risparmiata nel punzecchiare a distanza il politico.
La controrisposta di Elio Germano
Ma le sue affermazioni hanno prontamente trovato la nuova risposta di Elio Germano. L’attore ha ribadito, durante un evento organizzato da Domani, di avere sempre voluto affrontare il tema legato alle difficoltà del cinema italiano: “La vera solitudine è quella di chi governa senza ascoltare i lavoratori del cinema, molti dei quali sono senza lavoro da oltre un anno e mezzo. C’è gente disperata, che piange, che non sa cosa fare, che ha cambiato lavoro. Da un anno e mezzo il cinema è fermo. Sulle linee guida dei finanziamenti al cinema, questo governo ha messo che i soldi vanno dati soltanto a film che parlano bene di personaggi italiani”. E ancora: “Se un Ministro della Cultura, che dovrebbe rappresentare il Paese, non sa che ci sono persone a casa, vuol dire non sapere che c’è un dramma sociale“ e vuol dire che ciancia in solitudine“.”.
Un botta e risposta che, probabilmente, non è ancora destinato a finire.

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