
La crisi del cinema italiano continua ad essere sotto i riflettori, dopo le polemiche a distanza tra il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e Elio Germano e Geppi Cucciari, che dai David di Donatello hanno chiesto a gran voce, nei giorni scorsi, l’intervento dello Stato per risanare una situazione davvero pesante.
Le ultime dichiarazioni del Ministro
Durante l’inaugurazione del Salone del Libro di Torino, il Ministro della Cultura Giuli è di nuovo intervenuto sulle polemiche dei giorni scorsi, tirando in ballo anche la lettera aperta che registi e attori famosi avrebbero inviato alla sua attenzione e che avrebbe tra i firmatari anche Pierfrancesco Favino. “Per quanto mi riguarda, ciò che dice il comandante Favino è legge: c’è bisogno di dialogo, di costruire ponti. Le firme contro di me non mi toccano”, ha dichiarato in modo conciso. Ha poi aggiunto: “In un sistema complesso come il nostro, abbiamo bisogno di certezze e rassicurazioni. I problemi si possono – e si devono – affrontare insieme. Quindi, ripeto, le firme non mi interessano, né a favore né contro: mi interessa costruire ponti. E le parole di Favino, per me, valgono come una legge”.
Le parole di Pierfrancesco Favino
Da Cannes, dove si trova per promuovere il film Enzo, Favino ha risposto con toni pacati ma decisi: “Credo che quell’appello parli da sé. Si cita il maestro Avati che, con grande lucidità, durante la serata dei David di Donatello ha espresso ciò che andava detto. Serve dialogo, serve costruire ponti. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché è così difficile gestire i fondi destinati alla cultura, perché non è il mio mestiere e sinceramente non lo capisco”.
L’attore ha poi lanciato un messaggio alla stampa: “Ci sono presidi da tempo, organizzati da persone meno conosciute. Forse sarebbe anche compito vostro andare a dare voce a chi non ha la stessa visibilità”.

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