Nel mondo della composizione musicale per il cinema, ci sono artisti in grado di trasformare emozioni e narrazioni in melodie che restano impresse nella memoria collettiva. Nel 19° episodio del podcast Bravi Tutti, Emanuele Frusi, compositore di talento riconosciuto a livello internazionale, condivide la sua esperienza nel mondo della musica per film e audiovisivi, raccontando come sia riuscito a farsi strada in progetti di grande rilievo, sia in Italia che all’estero.
Dall’esordio con il fenomeno cinematografico Wandering Earth alle sue collaborazioni con il regista e attore Marco Bocci, l’intervista traccia il percorso di un compositore che ha saputo coniugare creatività, intuizione e il valore del lavoro di squadra. Frusi ci svela i segreti del suo processo creativo, rivelando come una sceneggiatura possa trasformarsi in un’esperienza sonora unica, fatta di suoni e melodie che arricchiscono e amplificano la narrazione cinematografica.
Un viaggio musicale che inizia dalla Cina
La carriera di Frusi prende il volo con Wandering Earth, il film che ha segnato il quinto posto nella classifica mondiale degli incassi non in lingua inglese. Nonostante la colonna sonora fosse già definita, Frusi è riuscito ad aggiungere un tocco personale, proponendo sonorità più occidentali grazie al suo background musicale punk e rock. Questo intervento creativo ha dato un’impronta distintiva alla pellicola, aprendo le porte a una carriera internazionale.
L’esperienza live: una scuola di vita per il Cinema
Emanuele Frusi ricorda che la sua formazione sul palcoscenico live è stata cruciale per il suo percorso. Come fonico, assistente palco e lavoratore teatrale, ha appreso la disciplina del lavoro di squadra e l’importanza di rispettare le scadenze. “Il live ti insegna tutte le regole,” afferma, sottolineando che l’interazione con il gruppo e la costruzione collettiva, che ha imparato sul palco, sono stati fondamentali per affrontare il lavoro in studio.
Frusi racconta come, nel processo di creazione di una colonna sonora, nulla sia mai definitivo: “Tutto può cambiare, e si rimette in discussione tutto.” Lavorare sul mix finale può stravolgere anche decisioni precedentemente consolidate: “Mi sono ritrovato al mix a togliere 11 brani da un film.” Questo dimostra l’importanza della flessibilità, essenziale per rispondere alle esigenze narrative in continua evoluzione.
La composizione: intuizione e collaborazione
Frusi descrive il suo processo creativo come una miscela di intuizione e dialogo. Spesso le prime idee musicali emergono dalla sceneggiatura stessa, ma è il confronto con il regista a dare forma alla visione definitiva. “La sceneggiatura ti suggerisce delle cose, ma altre le discuti con il regista,” spiega.
Tuttavia, trasformare un’intuizione in una composizione concreta richiede tempo e pazienza: “Le idee possono richiedere 1 minuto, una settimana o un mese,” dice Frusi, evidenziando la natura non lineare del processo. Ogni brano deve integrarsi perfettamente con le immagini e comunicare l’emozione giusta, in un delicato equilibrio tra creatività personale e richieste narrative.
Il debutto di Marco Bocci alla regia
Un esempio emblematico della filosofia di Frusi è la sua collaborazione con l’attore Marco Bocci per A Tor Bella Monaca Non Piove Mai. Questo progetto non solo lo ha riportato a lavorare in Italia, ma ha segnato l’inizio di un rapporto professionale molto fruttuoso con l’attore e regista. “Nelle scelte di Marco c’è tantissima musicalità“, ha dichiarato Frusi, sottolineando come, leggendo la sceneggiatura del film, avesse subito idee chiare per tradurre in musica il caos e le contraddizioni della periferia romana. “Volevo musicalmente dare un’idea simile […] che ci fossero momenti di caos“, ha spiegato, trovando subito riscontro in Bocci: “Marco si è accorto che il linguaggio che stavo creando musicalmente funzionava bene con quello che lui si immaginava“.
La collaborazione tra Frusi e Bocci non si è fermata al primo film. Negli anni successivi, Frusi ha curato le colonne sonore di altri progetti in cui Bocci ha avuto un ruolo di rilievo, come Calibro 9 e Bastardi a Mano Armata. Recentemente, ha lavorato anche a La Caccia, dove Bocci è tornato dietro la macchina da presa. Questa continuità testimonia la fiducia e l’intesa creativa tra i due, che si sono trovati a condividere un linguaggio artistico comune.
Il salto di qualità: raccontare emozioni attraverso la musica
Nel mondo della composizione cinematografica, Emanuele Frusi sottolinea come la tecnica non basti: il vero talento risiede nella capacità di decodificare emozioni e trasformarle in suoni che parlino universalmente. Questo processo, complesso ma affascinante, è il cuore del “salto di qualità” per un compositore. “È la parte più bella: scrivere qualcosa che al 90% del pubblico descriva quell’emozione“, racconta.
Ispirato da figure come Daniel Pemberton, Frusi riflette sull’importanza della musica come narratrice al servizio della storia. L’obiettivo non è creare musica eterna, ma suoni che risultino giusti e riconoscibili per tutti. “Ciò che fa la differenza è mantenere la propria identità senza che prenda il sopravvento sulla narrazione”, spiega, ricordando come il dialogo e il confronto siano essenziali per un risultato autentico e significativo.
Nuovi orizzonti e progetti futuri
Oggi, Frusi è impegnato in nuovi progetti internazionali. Ha recentemente lavorato alla colonna sonora della serie Once Upon a Bite, distribuita in Asia, e continua ad espandere la sua carriera a livello globale.
Ogni episodio del podcast Bravi Tutti, condotto da Vincenzo De Simone, autore e produttore di podcast, offre approfondimenti e interviste a professioniste e professionisti, per capire insieme come si entra in questo mondo, come ci si sta, e come farne un lavoro.
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