Tutti ne parlano, nessuno lo guarda… fatto sta che dopo 63 anni continua ad essere la manifestazione/evento più importante d’Italia. Stiamo parlando, ovviamente, del mitico “Festival della Canzone Italiana di Sanremo”. Per quelli come noi che sono cresciuti nell’era Baudo, il Festival ha rappresentato da sempre l’evento televisivo/musicale dell’anno, una tradizione che, seguendo una liturgia quasi religiosa, doveva attirare per una settimana (e anche di più) l’attenzione di tutti, sia di chi, senza problemi, esprimeva la propria passione per il “carrozzone” sanremese sia di quegli snob (o pseudo tali) che dovevano per forza di cose interpretare il ruolo del “Io certe cose non le guardo”.
Ad ogni modo, tutti, volendo o no, si ritrovano ogni anno a parlare al bar con gli amici o con qualche sconosciuto sul bus per commentare quale brano vincerà Sanremo oppure a canticchiare sotto la doccia uno dei motivetti pop reso tormentone dal cantante/fenomeno di turno.
Un contesto, per certi versi surreale, quello sanremese in cui tradizione e musica si intrecciano alla coscienza sociale, politica e civile del Paese e danno una rappresentazione sempre puntuale di quello che è l’Italia del momento, il tutto al suono delle ormai famigerate “canzonette”.
Dal punto di vista televisivo, dopo l’appiattimento dato dall’onnipresenza di Pippo Baudo ma anche le esperienze non troppo felici con le conduzioni di Simona Ventura e Giorgio Panariello, gli ultimi anni hanno dato nuova vita e linfa al “programma televisivo” cavalcando l’onda dei nuovi format e affidandosi a conduttori, autori e direttori artistici che sono riusciti a sdoganare una volta per tutte il linguaggio sanremese, per troppo tempo rivolto, quasi esclusivamente, al “vecchio” pubblico di Rai 1. La scelta di un cast di cantanti sempre più accattivante ha fatto sì che l’avvicinamento dei giovani alla tradizione del Festival favorisse lo svecchiamento della formula televisiva ed il rilancio dello stesso anche a livello discografico.
La scelta, invece, di conduttori di successo come Paolo Bonolis, Fabio Fazio e Antonella Clerici da un lato o di un personaggio, dall’altro, del calibro di Gianni Morandi (affiancato da spalle che potessero essere televisivamente o mediaticamente interessanti) ha permesso di costruire degli eventi televisivi che fossero effettivamente tali e che potessero essere credibili sia dal punto di vista del pubblico che da quello dei cantanti e dell’intero indotto discografico e radiofonico.
In attesa, quindi, di seguire il prossimo Febbraio (dal 18 al 22 per la precisione) l’edizione numero 64, condotta come lo scorso anno da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, sono stati annunciati oggi i nomi dei 14 big in gara: Arisa (nata grazie a Sanremo nel 2009), Noemi e Giusy Ferreri (ormai apprezzatissime da pubblico e critica, le prime portate al successo da XFactor 1 e 2), Francesco Sarcina (ex leader de LeVibrazioni, ha pubblicato quest’anno il suo primo album da solista), Perturbazione (gruppo rock della scena indie, sconosciuto ai più ma molto apprezzato dagli addetti ai lavori; sono, nella più classica delle tradizioni, il cosiddetto “pesce fuor d’acqua” di questa edizione), Cristiano De Andrè (ancora troppo famoso per il cognome che porta più che per il segno lasciato nel mondo della musica), Renzo Rubino (rivelazione dello scorso anno, terzo classificato tra le nuove proposte con il suo brano su un amore gay), Raphael Gualazzi (ormai il pupillo di Fazio, oltre che della produttrice Caterina Caselli… molto talentuoso), Frankie HiNrg (se le varie anteprime volevano prossimo a salire sul palco dell’Ariston uno dei giovani rapper che ormai popolano la scena musicale italiana, a battere tutti è il rapper più attempato che già ha partecipato in passato al Festival), Giuliano Palma (dopo anni di indiscrezioni sulla possibile partecipazione, è la volta buona), Riccardo Sinigallia (a molti questo nome dirà poco, ma per i fans della “scuola romana” è sicuramente una bella sorpresa, fondatore del gruppo Tiromancino insieme all’ex amico Federico Zampaglione con cui partecipò a Sanremo nel 2000 è l’autore di pezzi bellissimi come La descrizione di un attimo o Bellamore) infine Francesco Renga, Ron e Antonella Ruggiero, voci storiche e habitué del Festival (in passato già vincitori).
Già da qualche giorno, invece, si conoscevano i nomi degli 8 giovani che parteciperanno nella categoria nuove proposte (che negli anni passati ha fatto salire alla ribalta della scena musicale italiana – ed in alcuni casi internazionale – gente come Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Giorgia, la stessa Arisa, Nek, Alex Britti, Carmen Consoli e molti altri). Gli 8 giovani sono: Diodato con il brano Babilonia, Filippo Graziani con il brano Le cose belle, Rocco Hunt con il brano Nu Juorno Buono, The Niro con il brano 1969, Veronica De Simone con il brano Nuvole che passano, Zibba con il brano Senza di te, Bianca con il brano Saprai, Vadim con il brano La modernità.
In definitiva, siamo sicuri che ci ritroveremo non a bere del whisky al roxy bar ma sicuramente a fare il tifo per uno dei cantanti in gara, a polemizzare perché doveva vincere qualcun altro, a disquisire dei monologhi della Littizzetto o degli interventi del comico o ospite di turno (neanche fossimo Aldo Grasso) e tutto solo e soltanto per un unico motivo: “perchè Sanremo è Sanremo”… come sottolineava il vecchio jingle di baudiana memoria e noi in fondo in fondo ci siamo affezionati.
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