Riconoscere uno status giuridico specifico e attivare adeguate tutele previdenziali per i lavoratori dello spettacolo: questo quanto richiesto dalla fondazione Centro Studi Doc al governo italiano mediante un appello urgente rivolto al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e al Presidente dell’INPS Pasquale Tridico.
Con questo appello la fondazione (parte di Rete Doc, la più grande network cooperativo italiano nei settori cultura, musica e spettacolo del nostro paese) intende porre al centro dell’attenzione delle istituzioni la necessità di adeguate misure di sostegno ai lavoratori dello spettacolo, categoria particolarmente colpita dagli effetti delle necessarie misure di contenimento della diffusione del Coronavirus in Italia.
La sospensione degli spettacoli ed ed eventi culturali su tutto il territorio nazionale, infatti, comporta inevitabilmente una perdita d’introiti irrecuperabili nel tempo e senza nessun tipo di copertura, accesso al credito o dilazione di pagamenti. Secondo i dati di Assomusica, solo nel settore dello spettacolo dal vivo si stimano almeno 10,5 milioni di minori entrate in 2 giorni.
L’appello richiede il riconoscimento di uno status giuridico specifico per i lavoratori dello spettacolo attraverso 5 interventi fondamentali che mirano ad assicurare, in primo luogo, l’assegnazione delle tutele previdenziali necessarie a scongiurare l’abbandono della professione in caso di malattia o difficoltà. Si richiedono con urgenza protezioni adeguate alla precarietà del settore, anche attingendo ai fondi ex-Enpals.
Questi gli interventi proposti:
- Indennità di malattia riconosciuta a partire dal primo giorno come accade in tutti gli altri settori al di fuori dello spettacolo. Oggi è richiesto il versamento minimo di 100 giornate di contributi INPS dal gennaio dell’anno precedente;
- per l’accesso alla Naspi, l’abolizione del “ticket” licenziamento in caso di licenziamento per giustificato motivo a causa della crisi Covit 19;
- riconoscimento della Naspi agli intermittenti dello spettacolo per tutti i periodi di sospensione di attività, anche in costanza di rapporto di lavoro, per un periodo almeno pari a quello lavorato, considerando anche le giornate di lavoro per prove;
- la garanzia di accesso a un ammortizzatore sociale (FIS) anche per i lavoratori intermittenti in modo commisurato alle giornate di lavoro svolto durante l’anno precedente e non solo al lavoro cancellato nel primo periodo di crisi;
- la garanzia di accesso a un ammortizzatore sociale (FIS) e l’estensione ai lavoratori con meno di 90 giorni di anzianità con un unico committente, requisito quasi impossibile per chi non è socio dipendente di cooperative o di teatri stabili, e concessione anche a piccole realtà con meno di 5 dipendenti.
«Questa crisi che il D.C.M. del 25.2.2020 si propone di risolvere con smart working e periodi di ferie ha contribuito a far emergere la totale mancanza di riconoscimento per il lavoro di centinaia di migliaia di professionisti dello spettacolo, con enormi discriminazioni previdenziali e reddituali»: spiega Chiara Chiappa, presidente della Fondazione Centro Studi Doc.
L’intervento richiesto si rende necessario alla luce delle difficoltà denunciate dai molti lavoratori non assunti da fondazioni, cooperative o teatri nell’ottenere adeguate prestazioni di tutela da parte dell’INPS, sebbene l’ente disponga dell’apposito fondo ex-Enpals e il lavoro nello spettacolo sia soggetto fin dal primo giorno al versamento di contributi INPS per malattia, FIS (Fondo d’Integrazione Salariale in caso di crisi) e disoccupazione (Naspi).
L’appello è consultabile sul sito della Fondazione Centro Studi Doc e sulla piattaforma Change.org.
La redazione di AttoriCasting è vicina a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, della cultura e dell’intrattenimento, tra i più colpiti da questa crisi. Per quanto possibile, daremo il nostro sostegno e appoggio a tutte le iniziative che aiutino i lavoratori ad affrontare al meglio questo periodo, nel pieno rispetto delle direttive nazionali volte a prevenire la diffusione del virus.
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